4 thoughts on “L’altro addio

  1. antonio danise

    Lo sapevo prima ancora di comprarlo, che quando cominciavo a leggerlo non ci avrei capito molto.
    È successo così anche col primo, un po’ di anni fa. Devo farci l’abitudine, devo allenarmi al tuo ritmo. Anche al vocabolario, più corretto definirlo lessico.
    Io comincio a leggere sapendo però che non serve a capire. La prima lettura è così. E forse anche la seconda. Ci sarà un momento in cui comincerò ad intuire i tuoi pensieri. O quello che hai voluto dire.
    Adesso è solo pronunciare concetti che non afferro, parole che faccio fatica a capire. Devo farci l’abitudine. Devo entrare in confidenza. E ci vuole molto.
    La lettura dei tuoi testi non è proprio una passeggiata. Non hai un carattere facile, almeno a prima vista. Le parole sono pesanti, pregne di contenuti, ricolme di svariati significati, intrise di tutto il sudore che ti è costato concepirle.
    Le frasi sono zavorre pesanti che mi gravano addosso, che mi buttano giù, in attesa e nella speranza che acquistino una levità in cui ho desiderato fin dall’inizio nuotare e finanche perdermi, come se così facendo potessi ritrovare una parte di me, in ogni frase, in ogni periodo, in ogni pagina, da cui non riesco ad allontanarmi, a staccarmi definitivamente, perché le cose che scrivi non possono scomparire voltando pagina, o quando si arriva alla parola fine.

    Reply
      1. António (@danise_antonio)

        Mi dispiace, ma non ho un account Facebook.
        In realtà il commento fa parte di un elaborato ispirato dalla lettura del tuo libro, un brano di un work in progress che sta crescendo man mano che vado avanti nella lettura.
        Purtroppo (purtroppo?) però sono già a metà e vedo con una certa tristezza il momento in cui arriverò all’ultima pagina.

Leave a comment