Leggi un estratto da Sangue di cane

                                                               

                                                                 Capitolo Primo

 

Marcin era morto. Io avevo i pidocchi. Cioè successe nello stesso momento, Marcin cagava sangue, stava morendo, beveva e cagava sangue. Io invece avevo prurito ovunque, dietro la nuca soprattutto. “C’hai la rogna”, mi diceva Tano, il pescatore, l’amico di Ivona. Ma Ivona stava con Marcin e Marcin stava morendo perché cagava sangue. Io stavo con Sławek, Sławek Raczinski di Radom, Polonia. Mi ci portò Sławek in quel posto di merda, una casa a due piani, zona residenziale, bordello con mignotte dell’est, cuscini a
forma di cuore, camere personalizzate, condom personalizzati, fellatio personalizzate. I pidocchi li presi prima comunque. Ero una ragazzina nei modi, e forse anche una donna. Perché avevo ventidue anni. Statura media, carina, sguardo acquoso, gambe fragiline, magre troppo magre, taglia seconda di reggiseno. Capelli lunghi. Scuri. Graziosa. Italiana. Di Siracusa.vera scarp de tenis
Stavo con un polacco di nome Sławek, professione: semaforista.
Marcin morì alle ventitré in ospedale, seconda chirurgia, era un sacco informe, sboccava sangue e sangue, dalle orecchie, dal naso e da sotto, credo. Erano le ventitré ed era lunedì. Sławek aspettava sotto la luce gialla e malsana del bigio corridoio, io gli stavo al fianco, non avevo i capelli. E anche Sławek li aveva
rasati ché c’aveva i pidocchi, secondo me, era stato lui per primo, come per la rogna, lui per primo. Poi toccava a me. Allora alle diciassette di quel lunedì, Marcin prese il rasoio che usava per la barba e nel cortile del bordello per mignotte dell’est estrapolò ciocca per ciocca, Sławek aveva capelli forti, chiari, lucidi; Marcin aveva pazienza e Sławek non fiatava. Aveva coraggio il mio uomo polacco perfino nelle piccole cose. Alle ventitré Marcin moriva per davvero (…).
I

(http://www.laurana.it/pdf/sangue_di_cane.pdf)

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