Oggi è il secondo giorno senza farmaci. Ho smesso a Natale, a un anno più o meno dall’inizio della terapia. Dovevo regolare l’umore, antidepressivi su, quante storie. Diamo il nome giusto alle cose. Regolare le oscillazioni? Sono tornate. Non se ne sono mai andate. Oggi è il giorno della Sacra Famiglia. La mia l’ho persa e sto sempre a chiedermi le stesse cose, domande uguali, senza risposta, mai nessuna risposta. Ad esempio: c’erano gli estremi per tornare con lui? Aveva fatto il sacco e se n’era andato? Scappato? Avanti, ripeti: scappato. Potevo rimettere a posto le cose come sempre?
Cos’è accaduto veramente?
Nessuna risposta. Andai una sera da un tizio, in un magazzino verso la periferia. Pregai quell’uomo di risparmiarlo, di non rispedirlo in Polonia dentro una bara. Fu l’ultimo terrore. Eppure non del tutto. Lui per strada a Milano, in stazione, Porta Garibaldi, vagoni morti, lui malato. In un sanatorio. Dio l’ha preso per i capelli mille volte. Dio si è mostrato a lui misericordioso mille volte. Il prossimo romanzo racconterà anche di questo. Del sanatorio. Di Sondalo. Del male. E spesso con le lacrime di tenerezza pensavo a lui di nuovo salvo. Ero sgomenta, ogni volta.
Ieri sera e stamattina ho pianto. Ieri davanti al camino, mentre mangiavo il mio piatto di lasagne. Ieri sera, con un telefilm americano in tv, c’erano dei cavalli che nitrivano e il mio cane in poltrona rizzava le orecchie mosso da autentica curiosità. Stamani durante la messa, mentre si parlava di famiglia. E quando lui se n’è andato, pensavo alla mia piccola chiesa. Alla luce di quella casa. Sono tornata a casa mia. Le tende si sollevavano sui raggi del sole che provenivano dal mare, azzurrini, sopra l’orizzonte. Ho sentito l’odore di casa. Era un profumo di fiori. C’era un asse da stiro e una camicia ferma ancora sul collo. Il ferro poggiato. Una bottiglia d’acqua sulla mensola, una rosa rossa su un vasetto di ceramica. Scrivo perché le parole mi fanno compagnia, meglio che chiudersi in camera, stendersi sul letto, coprirsi fino al mento e dormire.
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