♣Lo scaffale romeno
di
Eliza Macadan
Eliza Macadan, nata a Bacau, in Romania, nel 1967. Risiede a Bucarest e a Roma. Ha esordito nel 1988 sulla rivista mensile di cultura romena «Ateneu». Bilingue, fin dalla sua prima raccolta, Spatiu auster (Edizioni Plumb, Bacau 1994), Eliza Macadan ha scritto e pubblicato in romeno e in italiano. L’edizione italiana della silloge del 1994, Frammenti di spazio austero (Libroitaliano, Ragusa 2001) ha ottenuto il premio romano “Le rosse pergamane” nel 2002. Hanno fatto seguito In Autoscop (Edizioni Vinea, Bucarest, 2009); La Nord de cuvant (A Nord della parola, Edizioni Tracus Arte, Bucarest 2010) e transcripturi din constient (trascrizioni dal cosciente, Edizioni Eikon, Cluj Napoca 2011). Giornalista professionista, è stata corrispondente in Italia per varie testate romene. È membro dell’Usr (Unione Scrittori della Romania).Nel 2012 ha pubblicato il volume “Paradiso riassunto” (Joker Edizioni). In uscita: “Anotimp suspendat” (Stagione sospesa), Edizioni Eikon, Cluj Napoca, 2013
Benjamin Fondane è stato un esponente di spicco dell’esistenzialismo francese, è autore di un’opera poetica e filosofica che rimane, a settant’anni della sua pubblicazione, poco conosciuta e valorizzata. Benjamin Fondane è stato vittima di uno dei periodi più neri della storia dell’umanità, ma anche dell’oblio della posterità.
Nasceva nel 1898 in una famiglia di ebrei di Iasi. Ha percorso un cammino sinuoso come i tempi che correvano fino alla sua consacrazione nella Parigi avanguardista degli anni trenta. La sua vocazione si è affermata presto, intorno ai quattordici anni scriveva e pubblicava poesie.
Quando si è trasferito nella capitale romena, ha raggiunto l’elite degli avanguardisti e ha pubblicato nella loro rivista “Uno” , che ospitava il fior fiore dell’avanguardia – Ion Vinea, Ilarie Voronca, Marcel Iancu e altri. Ha debuttato con il volume “Immagini e libri dalla Francia” che ha scatenato una lunga polemica per l’affermazione che conteneva: “(…)la letteratura romena è solo un’estensione della letteratura francese”. Ma la poetica di Fondane era in consonanza con quella degli intellettuali dell’epoca e fanno prova le più di cinquecento poesie e gli articoli pubblicati entro il 1923.
Arrivato a Parigi, rinuncia alla lingua romena e scrive in francese, cerca una nuova identità. Pubblica nel 1929 la raccolta “Paysages” con una prefazione nella quale afferma la sua scelta per l’esilio: “Questo volume appartiene a un poeta morto nel 1923 all’età di 24 anni. Sono stato zitto quattro anni, come un muto, mutilato interamente dalla guerra”. Si dedica alla cinematografia e viaggia in Argentina. Scrive molto per le pubblicazioni francesi e dopo l’incontro con il filosofo Lev Sestov si dedica allo studio dei filosofi moderni.
Titolare della rubrica “Cronache della filosofia vivente” nei “Cahiers du Sud” negli anni trenta, milita contro il socialismo di stato e contro la politicizzazione dell’avanguardia, sostenendo che le riforme sociali non possono cambiare le domande esistenziali.
Nel ’36 usciva “La coscienza infelice” , meditazione profonda sulla condizione umana e l’insufficienza della ragione.
Nel ’40, il governo di Vichy stabilisce lo statuto degli ebrei che sono esclusi dalla vita pubblica, ma lui non indosserà mai la stella gialla. Il poeta continuerà a scrivere e a firmare i suoi articoli, anche se gli ebrei non hanno più diritto di firma. Non smetterà mai di affermare la sua identità. Alla fine del ’41 esce sempre meno della casa dove abita con sua moglie non ebrea e con sua sorella, Lina.
Cioran dirà più tardi che Fondane si era abituato alla sua condizione di vittima e “in complicità con l’ineludibile” non ha preso nessuna misura di precauzione e non ha voluto cambiare il suo domicilio di via Rollin. E’ stato arrestato insieme alla sorella il 7 marzo 1944. Quando sua moglie, Emil Cioran e Stéphane Lupasco gli fanno visita, Fondane “sta in piedi, in quella luce sporca di pomeriggio d’inverno, guardandomi con i suoi occhi blu e limpidi, brillando, anche se aveva il viso sconvolto, così degno, così calmo, sorridendo calorosamente e maliziosamente, muto davanti alla mia emozione, che non riuscivo controllare” (testimonianza di sua moglie).
Nel campo di concentramento di Drancy è arrivato intorno al 20 marzo. Le visite sono proibite, ma gli interventi delle persone vicine e della Delegazione Romena a Parigi riescono a convincere le autorità francesi a non mandarlo in Germania. Anzi, Cioran e Lupasco ottengono la sua liberazione. Tutti lo aspettavano a casa, con la tavola pronta. Ma lui si rifiuta di lasciare il campo senza sua sorella. Così, all’inizio di ottobre del 1944 verrà gasato, insieme con lei, a Auschwitz-Birkenau.
Ne “L’esodo”, poesia che lo rappresenta nel miglior modo, la critica ha identificato l’espressione più trasparente del destino di Fondane.
All’entrata nella “Sala dei nomi” del museo Yad Vashem di Gerusalemme stanno scritti, in inglese ed ebraico, questi versi tratti da “L’esodo”:
“Remember only that I was innocent
and, just like you, mortal on that day,
I, too, had had a face marked by rage, by pity and joy,
quite simply, a human face!”
Benjamin Fondane
(Iasi, 1898 – Auschwitz, 1944)
Benjamin Fondane, alias B. Fundoianu, nato Benjamin Wechsler il 14 novembre 1898 a Iasi (Romania) e morto il 2 o 3 ottobre 1944 in una camera a gas del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, è stato un filosofo, poeta, drammaturgo, saggista, critico letterario, cineasta e traduttore ebreo di origine romena, naturalizzato francese nel 1938.
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http://www.orizonturiculturale.ro/it_recensioni_Alice-Gonzi.html
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